Dico il vero quando affermo che, per gran parte di noi, la caduta del fogliame dagli alberi sancisce la fine della stagione del Giardino (e l’inizio di quella del Natale, della neve, della cioccolata calda e via dicendo)?
Ecco, se questa frase ha un fondo di verità , io oggi vorrei provare a osservare questo periodo, che comprende la fine dell’autunno e l’inizio dei rigori invernali sotto una luce diversa, meno fatalista e più romantica e curiosa.
Infatti, ad occhio attento non potrà sfuggire che la stagione fredda porta con se un incedere distinto, più morigerato; privati della spinta vegetativa di primavera ed estate, questi giorni ci spingono a cercare nel particolare il piacere del Giardino.
Se in estate tutto è lussureggiante e traboccante di dettagli che vogliono rapire la nostra attenzione ( e quella di api, uccelli, libellule e farfalle), in inverno dobbiamo cercare il colore di un ramo imperlato di bacche rosse che si staglia nitido sul manto di neve, oppure l’oro ramato dei fusti delle canne del Miscanthus, arcuato sotto al peso delle sue spighe candide ghermite dalla brina del mattino.
Così come una giornata calda di sole durante il mese di febbraio ci rallegra e ci trasporta con gioia verso l’imminente inizio della bella stagione, così allo stesso modo dovremmo sapere godere di uno specchio d’acqua ghiacciato che ha incastonato, intrappolando l’attimo, le foglie scarlatte del Liquidambar oppure il virare al rosso intenso del fogliame di Nandina Fire Power.
Ma di molto altro potremo godere se nel momento opportuno sapremo cambiare prospettiva ed “investire” per i giorni a venire; Mi spiego più concretamente: se al cadere del fogliame riusciremo a non farci prendere dalla frenesia del “pulire” il giardino ad ogni costo in ogni sua parte, potremmo optare per sgomberare il fogliame da viali, parcheggi e spazi di passaggio, lasciandolo riposare invece al suolo in zone più raccolte del giardino, oppure creare un recinto naturale, magari intrecciando i rami delle potature, per depositarvi all’interno il fogliame raccolto, perché possa degradarsi lentamente, secondo i tempi richiesti da madre natura, proteggere le radici degli alberi dal gelo più intenso e ancor più importante, fornire riparo a insetti e piccoli ospiti, che renderanno ricco di vita il vostro Giardino quando un mattino, pensierosi sorseggiando una tazza di thè guardando fuori dalla finestra della cucina, verrete catturati da un rapido movimento tra i rami della quercia; ad un esame più attento poi sarete felicemente sorpresi di scorgere due scoiattoli giocare animatamente tra una ramo e l’altro, oppure se sarete particolarmente fortunati, le vostre piante potrebbero essere meta di stallo da uccelli migratori quali il Gufo reale, l’Allocco, il Cormorano che, attirati dal tramestio soffuso della piccola fauna all’interno del vostro fogliame, si poseranno sui rami in cerca di uno spuntino nutriente prima di ripartire per climi più miti.
Con qualche accorgimento, un po’ di lavoro e fantasia potremo donare all’autunno ed all’inverno un sapore ed una vitalità mai conosciute prima, senza per questo rinunciare all’ordine e ad un aspetto ornamentale gratificante e funzionale.
Inverno. Come un seme il mio animo ha bisogno del lavoro nascosto di questa stagione.
Giuseppe Ungaretti
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