Borgo della Cultura

La storia di questa installazione urbana tanto particolare nasce dalla necessità di risolvere un problema agronomico evidente su tre esemplari di Liquidambar styraciflua messi a dimora in una aiuola non sufficientemente ampia per consentire loro un adeguato sviluppo degli apparati radicali.

Il progetto

Sfide e scelte progettuali

Non avendo spazio laterale le piante hanno generato radici superficiali e fascicolanti attorno al proprio colletto, che risultava per altro, circa 30 cm sopra il piano di campagna.

Il terreno all’interno dell’aiuola era divenuto asfittico e impoverito a causa della fitta trama delle radici che avevano esplorato oramai tutto lo spazio disponibile, come se si trattasse di un grande contenitore.

Per migliorare la situazione abbiamo pensato di alzare il piano campagna in modo tale da riportare 30 cm di substrato di coltivo fertile sopra ed attorno alle radici, senza coprire il colletto degli alberi.

Una volta individuata la scelta agronomica dovevamo “vestirla” in maniera che fosse contestualizzata al resto dell’architettura circostante, che fosse migliorativa dal punto di vista della fruibilità urbana e soprattutto che non creasse ostacoli o pericoli per il traffico pedonale che tutti i sabati si riversa in questa zona della città in concomitanza del mercato.

A tal fine abbiamo disegnato dei contenitori rialzati che potessero contenere il nuovo terriccio, dopodiché li abbiamo uniti tra loro con delle linee sinuose che abbracciassero i tronchi delle piante, generando quindi dei vuoti e dei pieni che abbiamo utilizzato per inserire delle sedute in Serizzo, una pietra locale, che di fatto, hanno sostituito quelle preesistenti ma che erano posizionate sulla strada, liberando quindi dello spazio utile al traffico sia veicolare che pedonale.

Le lamiere all’atto della posa in opera sono state sagomate attorno alle radici affioranti per limitare quanto possibile eventuali danni agli alberi.

Tra le lamiere di Acciaio Corten abbiamo inserito contenitori forniti di impianto di irrigazione automatizzato, che ospitano vegetazione perenne e stagionale per creare movimento e conferire colore e interesse durante tutta la stagione vegetativa.

In ultimo, è stata posizionata su richiesta della committenza, una pavimentazione galleggiante in listoni in legno composito che quindi consentano il passaggio di aria ed acqua per lo scambio gassoso necessario alle radici.

Il risultato estetico raggiunto ha soddisfatto le nostre aspettative, risultando una installazione a metà strada tra l’opera d’arte concettuale, un’architettura del paesaggio moderna e un intervento urbanistico/agronomico di pregio, dove la vegetazione ha un ruolo principale e l’intervento architettonico è subordinato al benessere degli alberi, non sacrificando però la fruibilità, il design e l’utilizzo di materiali autoctoni.