Siepi perimetrali in forma obbligata? Ma anche no!!

Siepe mista

Chilometri e chilometri di pareti verdi, squadrate, rigide ed imponenti circondano le nostre proprietà, ci isolano dagli “Altri” e definiscono la nostra dimensione abitativa.

Affidiamo loro la nostra sicurezza, chiedendo che ci tengano al sicuro dall’esterno, quando in realtà ci confinano fisicamente e concettualmente, in spazi privi di visione, di orizzonte e in definitiva di un ampio respiro.

Badate bene, cari amici Giardinieri, questa non vuole essere un’invettiva contro la proprietà privata ed il nostro sacrosanto diritto di godere dei nostri spazi nella forma che più riteniamo opportuna, ma al contrario, un inno alla causa del paesaggio, della bellezza, della sostenibilità e del cambiamento di approccio alle nostre urbanizzazioni.

Esistono dei limiti, non sempre evidenti, nel metodo tradizionale di cingere le nostre abitazioni.

Quale che sia il genere di pianta scelta per formare la siepe, se la manterremo in forma obbligata, ovvero definita geometricamente con un intervento di potatura, andremo incontro ad una serie di effetti collaterali non sempre desiderabili.

La necessaria potatura di contenimento periodica per mantenere la forma prescelta, che a seconda delle dimensioni e del luogo dove vegetano le piante, potrà essere più o meno laboriosa.

La mancanza di fioriture, o quasi, è una caratteristica della siepe coltivata in forma obbligata, poiché tagliando gli apici vegetativi, molto spesso, assieme al fogliame priviamo le piante anche dei boccioli e conseguentemente delle fioriture a venire. Quindi meno fiori, meno colori, meno profumo, meno impollinazione.

Mettendo a dimora le piante in fila, con un sesto di impianto ravvicinato, a lungo andare i rami interni, non ricevendo luce solare, inizieranno a deperire per poi seccare, lasciando di fatto le piante vegetate esclusivamente all’esterno, quasi come un guscio, il che non è propriamente un fatto positivo per lo sviluppo delle piante.

Se abbiamo scelto di mettere a dimora conifere, spesso ci dimentichiamo che le stesse piante, se piantate in forma isolata, darebbero vita ad esemplari maestosi, di dimensioni tutt’altro che domestiche.

La potatura in forma obbligata infatti, può limitarne la larghezza e l’altezza ma non la circonferenza del suo tronco né tantomeno lo sviluppo radicale, che continueranno ad aumentare fino all’ultimo giorno di vita della pianta.

Questi due fattori possono risultare disdicevoli in contesti nei quali non c’è uno spazio adeguato al loro naturale accrescimento, ecco quindi che ci potremmo trovare di fronte a fenomeni di sollevamento di pavimentazioni, muretti di confine crepati e recinzioni deformate.

La monotonia cromatica e morfologica di una siepe monocolturale coltivata geometricamente mi risulta ormai poco gradevole, soprattutto quando esistono alternative molto più interessanti e piacevoli alla vista, all’olfatto e che apportano tanti benefici al nostro ecosistema.

In ultimo, mi soffermo sul costo economico o in termini di tempo impiegato,  derivante dalla necessaria potatura di risagomatura, che per essere eseguita a dovere necessita di molta manodopera, strumenti adeguati e òneri di smaltimento del molto fogliame asportato anno per anno.

potatura siepi (2)
Siepi perimetrali in forma obbligata

Lasciando quelli che ritengo personalmente svantaggi di questo metodo di coltivazione tradizionale, mi riallaccio a quanto dicevo poche righe sopra, ovvero che esiste un approccio distinto dal punto di vista concettuale e progettuale, che ci consente di avere la nostra privacy quando siamo in giardino senza per questo sentirci come dei carcerati durante l’ora d’aria.

Il concetto che sta dietro a tutto ciò è quello di dare vita a siepi campestri e/o in forma libera.

Sono due variabili di uno stesso schema progettuale di piantagione di una bordura perimetrale.

Una siepe campestre parte dal presupposto che vogliate utilizzare per cingere un vostro terreno delle specie perlopiù autoctone e che vadano a ispirarsi alla natura dei luoghi in cui andrete a realizzare la vostra siepe.

Ricordate sempre: quando pensiamo di avere avuto una ottima idea, la natura l’aveva già avuta prima, ma migliore.
Siepe mista
Siepe mista

Quindi, prendiamo spunto da ciò che ci circonda spontaneamente e decliniamolo perché divenga funzionale al nostro scopo, senza per questo stravolgerne la natura.

In parole semplici: invece di piantare sempre in fila indiana come tanti soldati in adunata, sfalsiamo le piante con un sesto a quinconce; semplice ma efficace, questo ci consentirà di avere maggiore profondità nella siepe, conferire movimento, dare più spazio alle piante che lo necessitano e creare un gioco di pieni e di vuoti molto interessante.

Oppure, con un andamento ad onda, creerete forme sinuose più naturali e capaci di risultare più attrattive per la piccola fauna che vive attorno alle nostre abitazioni, evitando di chiudere completamente a tutta altezza ma lasciando piccoli varchi, che possano fungere da corridoi per i Ricci, gli scoiattoli, le rane ed i gatti, mentre i volatili sapranno cercare da soli l’arbusto che più si confà alle esigenze della propria specie.

Infatti, le siepi campestri prevedono l’impiego di arbusti a bacca, come il Biancospino, i Prugnoli o le mele ornamentali, che nutriranno la piccola fauna anche in inverno, oltre a deliziare la vista nelle giornate autunnali coi colori del fogliame e dei frutti.

Coltivando in questo modo avrete un giardino ricco di impollinatori, di farfalle, di coccinelle e lucciole in estate, contribuendo all’intero sistema con il vostro spazio verde.

Questo tipo di allestimento vegetale prevede la messa a dimora su differenti layer, strati, che permettano così una completa copertura del suolo: il primo strato di coprisuolo tappezzanti (il sottobosco per intenderci), il secondo di piccole arbustive e poi il terzo, più alto, di piccole alberature o arbusti di grandi dimensioni.

Un vero piccolo ecosistema in equilibrio col mondo circostante. Fantastico, vero?
Tipi di bordura

Una siepe informale non prevede potature lineari in forma geometrica, ma al contrario necessita di interventi mirati e di allevamento solo all’occorrenza e non sempre su tutte le piante che la compongono, affinché l’aspetto e la sua funzione ecosistemica restino efficaci.

L’Infinito
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi

Credits

Siepe mista: Vivai Carraro
Tipi di bordura: Ufficio federale per lo sviluppo di Sion (CH)